Una storia antica
Dal XII secolo ad oggi, la Chiesa di San Biagio veglia sugli abitanti della vallata.
La chiesetta è di origine molto antica, probabilmente costruita poco dopo il Mille
grazie alla presenza dei monaci Benedettini provenienti dal monastero di S. Maria in Sylvis a Sesto al Reghena.
Nel territorio esisteva certamente dal XIII sec la chiesa benedettina di S. Anastasia (oggi scomparsa)
i cui monaci s’impegnarono nell’evangelizzazione e nell’opera di bonifica del paludoso territorio circostante.
Stando ai recenti saggi archeologici (2016) effettuati in occasione della sostituzione del pavimento, un pastellone alla veneziana (cioè un impasto di sabbia, calce e polvere di cotto), grazie ai quali sono state trovate alcune monete datate tra il XII e il XV sec., si è potuti risalire alla presenza di un edificio databile intorno alla metà del XII sec.
La chiesa di S. Biagio conserva tracce del periodo alto medievale in due pietre lavorate, verosimilmente materiale di recupero: una pietra a motivo intrecciato tipico dell’VIII-IX sec posta come architrave dell’abside e la croce a fianco della porta di sinistra.
La Chiesa viene nominata per la prima volta nel 1297 nelle “rationes decimarum”, cioè nei resoconti delle decime papali e successivamente , nel 1361, nel testamento di un tal Bartolomeo del fu Guglielmo. Si deve a questo periodo l’aspetto attuale della Chiesa di semplici ma raffinate proporzioni, costituito da un’unica grande aula con il catino absidale orientato ad est, come le chiese più antiche ed è certamente un esempio di quello stile che prende il nome di tardoromanico.
Divenne un eremo fino alla metà del Settecento dopo il passaggio del titolo di parrocchiale a S. Maria Maddalena nel XVII sec. e tra l’Ottocento e il Novecento la sacrestia fu concessa come abitazione alle famiglie bisognose del paese. Negli anni Trenta del Novecento l’edificio fu restaurato seguendo l’ideale di riportarlo alle fattezze originarie (fu sostituito l’altare, l’abitazione fu adibita a sacrestia e venne aperta la nicchia esterna, sistemata la scalinata d’accesso a sinistra, interrate le piante sempreverdi).
Ulteriori interventi conservativi dell’edificio e di restauro degli affreschi si ebbero tra il 1981 e 1983 e tra il 2003 e il 2004. L’ultimo intervento, che ha visto la sistemazione del tetto, l’ammodernamento del pavimento e delle scale esterne, nonché quello degli impianti, è del triennio 2016-2019.